In questo libro tutto è autobiografico e niente è autobiografico. Questi sono racconti scritti perché ognuno possa immedesimare la parte oscura di sé in quella voce. (Michela Murgia a proposito di Tre ciotole)
Tre ciotole, quando la narrativa da' voce a ciò che non riusciamo a capire
Ogni libro di Michela Murgia è un evento. Tre ciotole - Rituali per un anno di crisi lo è in modo speciale. Perché è un libro intimo e universale in cui la grande scrittrice racconta i periodi critici delle vite di tutti.
Si tratta di un romanzo originalissimo fatto da dodici storie che si incastrano. Come pezzi di un puzzle, raccontano quella soglia che rovescia il paradigma di una biografia, quando la vita cambia in un istante.
Tutti i personaggi stanno attraversando un cambiamento radicale che costringe ciascuno di loro a forme inedite di sopravvivenza emotiva. C’è un prima e un dopo quell’istante che riscrive la linea della mano: il momento di crisi legato a un evento inaspettato. Fisico, psichico, economico. Sia un lutto, un abbandono, una malattia, la perdita del lavoro o di un amore.
Partendo dal punto di svolta, Michela Murgia racconta alcuni rituali che permettono di evitare il crollo. Come quello delle Tre ciotole che danno il titolo al romanzo, usate per dividere e disciplinare le quantità di cibo durante periodi di inappetenza o di troppa fame:
Le tre ciotole rimettevano a posto tutte le gerarchie tra stomaco e cervello. Potevo prendere il cibo da una sola o da tutte, senza un ordine preciso. Potevo svuotarle in un colpo solo o consumarle a tappe all’ora che preferivo, bastava che a fine giornata tutte e tre fossero vuote, perché quello che contenevano era il minimo indispensabile.