Caro signor Giovanni,

come m’è stato da Lei richiesto ho fatto un’indagine

sugli individui segnalatimi.

Si muovono, si accendono, ballano, rumoreggiano.

Sono vivi, ma non proprio come dicono i vocabolari.

Vivi senza vene e cuori che pompano sangue,

senza stomaci divoratori.

Senza documenti da mostrare alle guardie,

senza una casa di proprietà.

Sono un’armata di senzatetto.

Dopo una breve sintesi Le illustrerò i particolari

comportamenti di ognuno di essi.

Ascanio Celestini

 

L’armata dei senzatetto, nuovo titolo della collana In Parole, è frutto di una nuova collaborazione tra due grandi nomi dell’arte e della cultura italiana, quella tra l’attore, scrittore e cantastorie Ascanio Celestini e lo scultore e regista Giovanni Albanese.

Ascanio Celestini è considerato uno dei rappresentanti più importanti del nuovo teatro di narrazione. Ascolta, intervista, registra i racconti delle persone che poi vorrà narrare; ma soprattutto immagina. Fissa tutte queste parole in immagini e da queste estrae altre storie, altri racconti.

Ed è quello che fa anche in questo nuovo e originale progetto in collaborazione con l’artista Giovanni Albanese, che da anni accumula oggetti selezionati e raccolti presso officine, sfasciacarrozze e mercatini dell’usato. L’assemblaggio di materiali di scarto ha generato nel tempo una piccola “armata” di improbabili creature “senza dimora”, alcune simpatiche, altre affettuose, a volte aggressive ma mai violente. Narrazioni ispirate dall’amore per il paradosso, dall’ironia irriverente (Melanina e Antimelanina, una serie limitata di finti rimedi farmaceutici per cambiare il colore della pelle), dalla denuncia graffiante (Dio della Fame; Guerra in scatola), ma anche da una grande sensibilità poetica.

Ne L’armata dei senzatetto Albanese dà nuova vita agli oggetti, protagonisti di storie che vengono raccontate dalle parole di Celestini. Con la sua fantasia e innata curiosità, Celestini sostiene che “per Albanese una bicicletta rotta non è destinata alla discarica, ma gli parla. Dice ‘parlano a prescindere da me’. Non esistono oggetti muti, ma solo persone sorde che non li sanno ascoltare. E Giovanni cammina in mezzo a questo cimitero del presente. Parla coi morti del suo Spoon River”.


 

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